venerdì 10 agosto 2007

ARCESE http://www.ladige.it/
Sono venuti fin quassù, in queste valli nel resto d´Italia ritenute la patria del rispetto delle leggi e dell´ordine, per dire che quando si parla di autotrasporto, più o meno, i lavoratori si trovano tutti nella stessa situazione. Brutta, anzi, stando a quando hanno detto ieri i diretti interessati, bruttissima. Alcuni degli uomini di vertice dei Cobas, come Paolo Arado, Nicola De Lussu e Pino Giampietro dell'esecutivo nazionale, sono venuti quassù per annunciare che qui, nel Basso Trentino, dove ha sede l'Arcese, una delle più grandi ditte di autotrasporto d´Italia, daranno battaglia. "Diritti elementari - ha detto Paolo Arado - perché questi sono stati definiti, e non da noi, gli schiavi del terzo millennio. In questo settore il sistema dei diritti è completamente annientato. Si arriva fino alle situazioni limite, denunciate di recente, di una ditta che ha affittato ad un autista rumeno il trattore del suo autoarticolato come casa. Gli hanno fatto pagare l'affitto, perché in quel camion ci dormiva!». I Cobas vogliono far partire da Rovereto e dal Basso Trentino l'offensiva dei camionisti perché qui c'è l'Arcese e perché c'è stato il caso Petru Dragus, l'autista rumeno che si è battuto contro l'azienda (è ancora sospeso) e che ieri era presente alla conferenza stampa dei Cobas e di Rifondazione. Dai racconti di questi uomini dalla vita dura emerge un quadro buio. Il meccanismo delle sanzioni impiegato non come eccezione ma come normale strumento di gestione dei rapporti di lavoro. "Ci siamo resi conto - ha detto De Lussu - che all'Arcese le sanzioni sono una valanga anche se c'è una commissione paritetica della quale fa parte anche il sindacato. Noi abbiamo già raccolto molte di queste sanzioni, alcune delle quali sono palesemente illegali". Per beccarsi una multa ci si mette un nulla e sono botte da 200-300 euro l'una. Sul contratto i Cobas ci vanno ancora più duri perché, dicono, quello aziendale, firmato dalla Cgil, peggiora quello nazionale e introduce, di fatto, il cottimo: più chilometri più soldi. Ma solo sulle tratte lunghe. "Solo che - ha detto un lavoratore - se ti prendono di punta e ti mettono a fare per un mese Rovereto-Verona avanti indietro alla fine del mese prendi solo due milioni". "In molti casi - ha aggiunto De Lussu - si arriva all'istigazione a delinquere. Tutti ci indignamo quando un autista si addormenta, salta una corsia e fa una strage ma non ci si chiede mai in che condizioni lavora questa gente. Se uno va due volte in settimana da qui a Madrid fatti i conti deve stare alla guida 17 ore filate. Vi immaginate se dicessi che un chirurgo deve operare per 17 ore cosa succederebbe? Per i camionisti questa è la normalità. Eppure attorno a questo c'è un silenzio che sfiora l'omertà".

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